Il fagiolo di Sutri:
La Regina

Il territorio di Sutri è caratterizzato da condizioni microclimatiche miti e da abbondanti riserve idriche, due fattori favorevoli per la buona riuscita delle colture. Questo ha fatto sì che si potesse procedere anche alla semina di quei prodotti più difficili e delicati da coltivare. Tra questi il più diffuso era il fagiolo borlotto, per secoli fonte di sostentamento principale della popolazione locale.

È proprio dal borlotto che è si è tramandata la leggenda della varietà conosciuta come La Regina. Sembra che Carlo Magno, di passaggio a Sutri e ospitato nel castello della città, venne curato dalla gotta con pietanze a base di fagiolo. Entusiasta per le proprietà curative del legume, il sovrano decise di portarne con sé un’abbondante scorta da dare in dono alla regina. Da qui il nome con cui il fagiolo è arrivato fino ai giorni nostri.

La varietà La Regina è un borlotto di qualità superiore, di dimensioni più grandi rispetto alla media e dotato di una buccia talmente fina che perde consistenza durante la cottura. Quest’ultima caratteristica lo ha reso per secoli un alimento utilizzato quotidianamente dai sutrini, perché versatile e adatto ad ogni tipo di preparazione. Il motivo di una buccia così particolare che tende a sciogliersi è da ricercarsi in due elementi distinti:

  • il particolare rapporto tra umidità elevata e temperature miti tipico del territorio sutrino;
  • il terreno di origine vulcanica.

Purtroppo, però, con gli anni ’80 e la ricerca ossessiva e sfrenata di un benessere economico senza precedenti, altre coltivazioni più redditizie e più semplici da gestire, come quelle della nocciola, sono state implementate a discapito del fagiolo che ha rischiato di sparire quasi completamente.

Oggi sono pochi i contadini del posto che ancora conservano gelosamente il seme originale de La Regina e da quei pochi, tra cui Giuseppe Leo, nonno della founder de l’orto di Vì, Viviana Leo è riuscita a farsi cedere dei campioni del prezioso fagiolo.

L’attività, che ha richiesto una certa dose di diplomazia e non poca dimestichezza nell’arte del convincimento, è servita per le analisi chimiche e genetiche fatte in collaborazione con Arsial.

Il lavoro di ricerca si è poi rivelato fondamentale perché ha portato all’identificazione delle caratteristiche originali de La Regina e ha individuato nella famiglia Leo la proprietà del seme più geneticamente vicino al semente storico.

Al momento il futuro di questo legume è nelle mani di Viviana Leo che intende avviare una produzione 100% naturale grazie alla tecnologia offerta dalle serre idroponiche, simbolo di tradizione e di sviluppo sostenibile.